UNA TAZZA DI MARE IN TEMPESTA – TEATRO MASSIMO – CAGLIARI – 5-6 FEBBRAIO 2015
CeDAC
Stagione di Teatro Ragazzi
UNA TAZZA DI MARE IN TEMPESTA di e con Roberto Abbiati
CAGLIARI/ Teatro Massimo – Sala Prove
GIOVEDì 5 e VENERDì 6 FEBBRAIO 2015
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Gorgonzola Dream
UNA TAZZA DI MARE IN TEMPESTA
di Roberto Abbiati
con Roberto Abbiati e Luca Salata e Alessandro Calabrese
musiche e registrazioni a cura di Fabio Besana
scenografie costruite nei laboratori di scenotecnica di Armunia
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Lo spettacolo
Il mare. Che mare?
Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente il rumore del mare?
Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare in un libro.
S’accende qualcosa ogni volta che lo si prende in mano, il libro, e allora poi si comincia a immaginare in grande, balene, velieri, oceani, via, le cose più esagerate.
“Una tazza di mare in tempesta”,
una piccola installazione, una piccola performance,
per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose.
Tutto rubato da Melville, per pochi minuti.
Come se si fosse nella stiva di una baleniera. Tutto qui.
Per un numero massimo di 15 spettatori.
Durata: 15 minuti..
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Il Libro
Un tentativo di Matteo Codignola edito da Adelphi racconta dettagliatamente le vicende dello spettacolo, con un prologo ed un divertente epilogo.
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Le recensioni
Alessandra Iadicicco su Il Giornale
Si annuncia timidamente come «Un tentativo», ma è un trucco riuscito, uno strano prodigio, un piccolo miracolo. Il suo artefice, o prestigiatore, Matteo Codignola, estrae una balena da una scatola. Guardatela bene: è inconfondibile, è proprio Moby Dick. Stava chiusa in una gabbiotto, uno scatolotto di legno, lungo quattro metri, alto e largo due, in cui il genio teatrale di Roberto Abbiati l’ha ridotta a uno spettacolo di 15 minuti per 15 spettatori offerto come Una tazza di mare in tempesta
Ruggero Bianchi su La Stampa
Non ho visto il Moby Dick di Roberto Abbiati, la performance/istallazione alla quale Matteo Codignola dedica Un tentativo di balena; ma la cosa non è grave, dato che l’autore stesso confida di essersene innamorato grazie a Carlo Mazzacurati, che gliel’ha raccontato senza averlo veduto, inducendolo così a «immaginarselo» prima e poi a «inventarsi un altro modo di restituirlo». Un procedimento sostanzialmente corretto, trattandosi di uno spettacolo concettual/minimalista condotto all’interno di una stanza/scatolone che coincide con il cranio/cervello/mente del suo indefinito creatore, sia esso Abbiati o Melville, Ishmael o Ahab, l’autore o il lettore, il performer o ciascuno dei quindici spettatori ammessi a ogni replica.
Cristina Taglietti da Il Corriere della Sera
Si può mettere Moby Dick anche in una scatola. La gigantesca balena, con tutto il peso dell’ immaginario che si porta dietro non ne soffrirĂ , abituata com’ è alle riduzioni che editoria, cinema, teatro ne hanno fatto nel corso degli anni. Al Festivaletteratura, che si è aperto ieri a Mantova, Moby Dick ci sarĂ , protagonista di uno spettacolo che, in quindici minuti e per quindici spettatori alla volta, ne racconta la storia per intero. Si intitola Una tazza di mare in tempesta ed è una performance ideata e messa in scena dall’ attore e autore brianzolo Roberto Abbiati. In una scatola di quattro metri per tre, Abbiati racconta il classico di Melville servendosi di pochi oggetti: disegni, sculture, lampadine. Lo spettacolo ha ispirato a Matteo Codignola un bizzarro racconto che Adelphi manda in libreria in occasione di questo appuntamento con il Festival e che, almeno in parte, si presenta come un singolare programma di sala, illustrato con i disegni di Abbiati.
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