SAGRA DELLO ZAFFERANO – SAN GAVINO MONREALE – 10-11 NOVEMBRE
L’ORO GIALLO E’ SARDO | Il suo colore è lo stesso dei romanzi di Agatha Christie e a dirla tutta un mistero lo nasconde. Lo zafferano, con cui si fa il celebre risotto alla milanese (coi pistilli essiccati, mi raccomando, viene più buono), di lombardo ha ben poco. Il 70% della produzione italiana difatti arriva dalla Sardegna e in particolare dalla zona di San Gavino Monreale, nel Medio Campidano, che a novembre, proprio a metà del periodo di fioritura (da ottobre a dicembre), organizza orgogliosamente una sagra per celebrare il suo prodotto più rinomato, che è anche quello che dà lavoro a una buona fetta del tessuto socio-produttivo della zona.
La “Sagra dello Zafferano” quest’anno si svolgerà dal 9 all’11 novembre, nel pieno centro di San Gavino Monreale. Stand, degustazioni, cene e anche incontri con grandi chef per capire gli innumerevoli utilizzi di una spezia che è anche un colorante ma, se impiegata in quantità enormi, può dare vertigini e torpore al pari di una droga. In cucina poi lo zafferano non si usa solo per i risotti: nel Medio Capidano (e anche alla Sagra) lo si fa ad esempio con le costolette d’agnello (angioni a cassola crutza), oppure per insaporire e colorare una semola soffritta con cipolla e salsiccia (simbula fritta). Avete già l’acquolina in bocca? E’ comprensibile. D’altra parte dopo vent’anni di storia la “Sagra dello Zafferano” riesce a portare a San Gavino oltre cinquantamila persone. Tutte innamorate dell’oro giallo.
In ogni edizione della Sagra ci sono dimostrazioni sulle fasi di lavorazione dello zafferano, che richiede un’opera ancora oggi in parte manuale, soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei fiori (sa limpiadura de su frori) e l’estrazione da essi degli stimmi (sa feidatura ) che poi vengono fatti seccare (sa Sicadura de s’ena).
In ogni edizione della Sagra ci sono dimostrazioni sulle fasi di lavorazione dello zafferano, che richiede un’opera ancora oggi in parte manuale, soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei fiori (sa limpiadura de su frori) e l’estrazione da essi degli stimmi (sa feidatura ) che poi vengono fatti seccare (sa Sicadura de s’ena).
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