Entra nel vivo la ventiduesima edizione di Monumenti Aperti.
Sabato 5 e domenica 6 maggio dodici i comuni da visitare per una immersione totale nel ricchissimo patrimonio materiale e immateriale sardo: Bosa, Cagliari, Gonnosfanadiga, Olbia, Sant’Antioco, Sassari e, raggruppati nell’Unione dei Comuni del Basso Campidano, Monastir, Samatzai, San Sperate, Ussana, Villasor e Nuraminis. Ben 226 i monumenti aperti e raccontati da migliaia di studenti e volontari.
Ecco per voi qualche suggerimento. Iniziamo da Bosa con la novità della Biblioteca Diocesana Alghero-Bosa che tra l’altro custodisce una Bibbia in lingua latina del 1574 stampata a Venezia.
Da Bosa. Da non perdere anche un’ora di escursione lungo il fiume Temo a bordo di un battello con partenza nella banchina vicino Ponte Vecchio.
Da Bosa a Cagliari dove i 78 monumenti sono stati divisi in quattro percorsi che partono da altrettanti luoghi simbolo: la Cittadella dei Musei, l’Orto Botanico, il Conservatorio di Musica G. P. da Palestrina e il Cimitero monumentale di Bonaria.
Dal capoluogo a Gonnosfanadiga noto come il paese dell’olio dove suggeriamo una visita al frantoio Bardi, messo in piedi da Antonio Bardi, immigrato toscano che nel 1890 realizzò il primo vero laboratorio per la lavorazione delle olive e la produzione di olio.
Torniamo nel nord Sardegna e esattamente a Olbia dove segnaliamo il Porto, che ne rappresenta da sempre il motore economico e sociale.
Cambiamo rotta e dirigiamoci nel Sulcis Iglesiente a Sant’Antioco dove consigliamo una visita al bel Forte Sabaudo, costruito tra il 1813 e il 1815 per dare riparo ai soldati ed alla popolazione di Sant’Antioco in caso di assedio da parte dei pirati saraceni. E chiudiamo con Sassari per segnalare quattro monumenti inseriti nei percorsi in cui sono suddivisi i siti, in particolare, Palazzo di Città – Museo della Città , Palazzo d’Usini – Biblioteca Comunale, Palazzo Giordano Apostoli e il Centro di Restauro dei Beni Culturali, che diventano simbolicamente rappresentativi dei molteplici significati che si legano alla conservazione e alla trasmissione del patrimonio.
E passiamo ai Comuni del Basso Campidano iniziando da Monastir nella cui Aula Consiliare del Comune è visibile un manufatto in arenaria, rinvenuto all’interno del villaggio nuragico di Bia de Monti – Monte Zara che è stato identificato come presunto torchio per il vino a torricella con vasca (Età del Ferro, fase Geometrico I, 900/850 – 725 a. C.).
A Nuraminis, da non perdere la Chiesa della Confraternita del Rosario custodita dalla Confraternita del Santo Rosario di Nuraminis, una delle più antiche confraternite dedicate alla Madonna del Rosario di tutto il Campidano, rifondata nel 1641. Non solo monumenti ma anche pezzi di vita paesana. Mentre a Samatzai Sa domu de su ferreri, la bottega del fabbro, con il vecchio laboratorio che mantiene inalterate le sue caratteristiche originarie.
San Sperate è noto come il paese museo di Pinuccio Sciola e per chi ancora non lo avesse scoperto è un bel modo per conoscere il grande artista scomparso di recente fare visita al suo museo all’aperto, il Giardino sonoro. A Ussana da visitare il Ponte Segafenu, edificato nel 1797 sul Rio Mannu mentre a Villasor il Castello Siviller, una dimora privata fortificata costruita nel 1415 per volere della famiglia omonima.
3° weekend: 5-6 maggio