LA TORRE D’AVORIO con LUCA ZINGARETTI – TEATRO MASSIMO – CAGLIARI – 26 FEBBRAIO-2 MARZO 2014THE IVORY TOWER with LUCA ZINGARETTI – MASSIMO THEATRE – CAGLIARI – FEBRUARY 26 TO MARCH 2,2014 Reviewed by admin on . Si alza il sipario su “La torre d'avorio”, avvincente pièce di Ronald Harwood (autore del celebre “Servo di scena”) che racconta il drammatico scontro tra due o Si alza il sipario su “La torre d'avorio”, avvincente pièce di Ronald Harwood (autore del celebre “Servo di scena”) che racconta il drammatico scontro tra due o Rating:

LA TORRE D’AVORIO con LUCA ZINGARETTI – TEATRO MASSIMO – CAGLIARI – 26 FEBBRAIO-2 MARZO 2014THE IVORY TOWER with LUCA ZINGARETTI – MASSIMO THEATRE – CAGLIARI – FEBRUARY 26 TO MARCH 2,2014

lucazingarettiSi alza il sipario su “La torre d’avorio”, avvincente pièce di Ronald Harwood (autore del celebre “Servo di scena”) che racconta il drammatico scontro tra due opposte visioni del mondo prendendo spunto dall’infamante accusa realmente rivolta a Wilhelm Furtwängler, il grande direttore d’orchestra tedesco, di aver indirettamente “collaborato” con il regime nazista per aver scelto di restare in Germania negli anni più bui e tragici della sua storia. Una decisione difficile e per certi versi pericolosa, resa possibile dal suo immenso prestigio – che lo proteggeva da eventuali rappresaglie per le affermazioni fortemente critiche in particolare sulle discriminazioni e persecuzioni contro gli ebrei – motivata dal non voler tradire la bellezza né privare il suo popolo della cultura.

Una linea di condotta comprensibile e coerente per un uomo che aveva dedicato la propria esistenza all’arte ma interpretabile, per esempio dal brutale maggiore Arnold, incaricato dell’inchiesta, come un segno di cedimento se non di simpatia nei confronti del Führer‎ e dei suoi gerarchi, anche per aver rappresentato l’eccellenza germanica agli occhi del mondo, contribuendo  all creazione dell’immagine distorta di una presunta superiorità e perfezione della stirpe ariana.

“La torre d’avorio” – il cui titolo originario, “Taking Sides”  ovvero schierarsi, prender partito segnala l’importanza dell’impegno, specialmente degli intellettuali, e di chi per il suo ruolo pubblico possa rappresentare un esempio per i cittadini – debutterà in prima regionale domenica 23 e (in replica) lunedì 24 febbraio alle 21 al Nuovo Teatro Comunale di Sassari per la Stagione di Prosa 2013-14 del CeDAC nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo, e sarà poi da mercoledì 26 febbraio alle 20.30 fino a domenica 2 marzo (da mercoledì a sabato alle 20.30 e domenica alle 19) nel cartellone de “La Grande Prosa al Teatro Massimo” di Cagliari firmata CeDAC.

Protagonisti sulla scena Luca Zingaretti, che firma anche la regia, nel ruolo del maggiore Steve Arnold, l’ufficiale americano insensibile al fascino dell’arte e della cultura cui è affidata l’istruttoria, e Massimo De Francovich, nei panni sicuramente scomodi di un Wilhelm Furtwängler accusato di essersi reso complice del regime, mettendo il proprio indiscusso talento al servizio di un’ideologia distopica e feroce. Completano il cast de “La torre d’avorio”, nell’allestimento di Zocotoco, con la bella traduzione di Masolino D’Amico,  Paolo Briguglia, con Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti e Caterina Gramaglia, mentre le scenografie di  Andrè Benaim e i costumi di Chiara Ferrantini, sottolineati dal disegno luci di Pasquale Mari, suggeriscono le atmosfere sospese di un irrituale processo alle intenzioni, nello scontro tra un uomo in divisa incapace di apprezzare il fascino della musica classica e dunque di inchinarsi davanti al genio di uno dei più grandi direttori del Novecento, e il grande maestro tedesco.

Il nodo centrale – se sia compito dell’artista prendere apertamente posizione, schierandosi contro le ingiustizie e l’orrore, o magari scegliendo un volontario esilio pur di non soggiacere e non mescolarsi con un potere efferato; o se l’arte, e in generale la cultura, appartengano a una sfera diversa, e possano esercitare la loro influenza sugli animi indipendentemente dalle qualità umane e dai comportamenti di chi ne è interprete – resta irrisolto. Harwood chiama il pubblico a farsi giudice, o meglio a interrogarsi sui diritti e i doveri di tutti gli esseri umani di fronte alla storia: il punto di vista dei vincitori prevale su quello dei vinti, e una valutazione degli eventi a posteriori, quando tutta la verità sull’orrore è stata rivelata, non può forse applicarsi retroattivamente a chi si è trovato a scegliere in condizioni difficili, e ha cercato di fare del proprio meglio in tempi inusuali.

Il maggiore Arnold/ Luca Zingaretti e il maestro Wilhelm Furtwängler/ Massimo De Francovich incarnano le due contrapposte visioni, in un duello di personalità sul tema cruciale – se sia ammissibile convivere con un incubo, semplicemente concentrandosi sul senso della bellezza, astraendosi dalla realtà politica e sociale, o se sia indispensabile prendere posizione, e nessun testimone possa dirsi innocente o estraneo ai fatti. Ciascuno di loro è espressione di una differente sensibilità: per il primo contano solo i fatti e le azioni concrete, e non vi sono eccezioni basate sulle capacità e sul talento, tutti devono fare la loro parte; il direttore d’orchestra, inopinatamente sotto processo – per quanto avesse preso apertamente le distanze dal regime, e privatamente avesse cercato di aiutare colleghi e conoscenti, ma anche semplici sconosciuti, a sottrarsi alle persecuzioni – costretto a scendere dal piedistallo e a cercare di giustificare le proprie scelte, mostra, ma solo fino a un certo punto, la propria umana fragilità, senza peraltro rinunciare a difendere il proprio ideale di un’etica e un’estetica intangibili, al di là del bene e del male.

Alfiere della bellezza,  Furtwängler era stato, suo malgrado, una stella di prima grandezza negli anni del caduto regime, ma anche un faro nella notte della ragione in cui era precipitata la Germania, e l’Europa intera; aveva cercato di usare il proprio ascendente per perorare la causa degli artisti e musicisti ebrei, in nome del principio che una grande nazione non possa rinunciare ai suoi migliori e più preziosi talenti; ed era stato a un certo punto costretto a “prendersi una vacanza” per non diventare a propria volta una vittima della follia nazista.

Agli occhi di Arnold, i meriti in campo artistico e culturale non hanno peso, o rappresentano semmai pericolose aggravanti; e mentre l’ufficiale continua a cercare le prove di una più diretta compomissione, se non di un  legame di Furtwängler con Adolf Hitler e i suoi gerarchi, partendo dalle chiare dimostrazioni di stima e ammirazione di quell’enclave di melomani, sfilano i testimoni.

I racconti – veri o falsi, spontanei o estorti – rappresentano altrettante tessere di un mosaico il cui disegno resta però ambiguo, come per certi versi ambivalente è stato il comportamento del maestro nella strenua difesa della sua arte. La rozza ferocia e aggressività dell’ufficiale americano sembra far pendant con quelle dei nazisti, in una cieca e insensata brama di distruzione: si cerca il capro espiatorio, la punizione esemplare, da presentare al mondo come simbolo della purezza e delle ragioni dei vincitori, da un lato, e quindi dall’altro delle colpe dei vincitori. La logica perversa della guerra – già denunciata da Eschilo nei suoi “Persiani” – non ammette chiaroscuri, confini incerti tra il bene e il male: sulle macerie delle città distrutte, sulle tombe dei caduti e in questo caso tra i fantasmi di milioni di morti, vittime di un genocidio, si cerca di costruire una pace durevole, seppure “in armi” come si scoprirà poi, non c’è posto per dubbi e esitazioni. Tra i più interessanti e apprezzati drammaturghi del Novecento, Ronald Harwood – sudafricano di origine ebraiche, appassionato di musica classica – sembra trovarsi nella posizione ideale, quasi super partes per esprimere un giudizio a posteriori su Furtwängler e il nazismo. Ma il compito del teatro è interrogarsi sul presente e sulla storia, sulla natura umana e le sue debolezze, dar voce all’inquietudine: “La torre d’avorio”/ “Taking Sides” non offre risposte ma sollecita una riflessione sul presente e sul passato, sull’astrazione intellettuale e la necessit di immergersi nel fango e “sporcarsi” con gli aspetti concreti dell’esistenza. Un dilemma irrisolto. Un enigma affascinante cui ognuno può e deve dare risposta.

EVENTI COLLATERALI:
“Taking Sides” fra teatro e cinema: a Cagliari – per la rassegna Schermi e Sipari/ “La grande prosa” al Cinema Odissea organizzata da Spazio 2001 in collaborazione con il CeDAC, lunedì 24 febbraio alle 17 e domenica 2 marzo in matinée alle 11 al Cinema Odissea (in viale Trieste 84) si proietta “A torto o a ragione”, il film di István Szabó tratto dalla pièce di Harwood, e interpretato da Harvey Keitel nel ruolo del maggiore Steve Arnold e Stellan Skarsgård in quello di Wilhelm Furtwängler.
INFO: Tel/Fax: 070 271709  – Email: spaziodissea@gmail.com  | info@cinemaodissea.it
www.cinemaodissea.it

INCONTRO CON GLI ARTISTI
Prosegue il ciclo di incontri “Oltre la Scena/ Gli attori raccontano…”: venerdì 28 febbraio alle 18 Luca Zingaretti e Massimo De Francovich e la compagnia saranno protagonisti al Cinema Odissea in viale Trieste 84 a Cagliari per un appuntamento con il pubblico e la città, in cui si discuterà  – in maniera informale – dello spettacolo e dei personaggi, del mestiere dell’attore, del ruolo sociale dell’arte e del teatro come spazio di riflessione sull’uomo, la cultura e la società.
INGRESSO LIBERO  (fino a esaurimento posti)

INFO & BIGLIETTI
CAGLIARI/ Teatro Massimo
Biglietti
Serali                              intero      ridotto
primo settore                 € 30     € 24
secondo settore            € 25     € 19
loggione                          € 15     € 10

Biglietteria: cell. +39 345.4894565  – biglietteria@cedacsardegna.it
info cedac@cedacsardegna.it – www.cedacsardegna.it

La torre d’avorio
di Ronald Harwood
da mercoledì 26 febbraio> a domenica 2 marzo 2014 / CAGLIARI – Teatro Massimo
mercoledì 26 febbraio 2014  – ore 20.30 / Turno A
giovedì  27 febbraio 2014   – ore 20.30 / Turno B
venerdì  28 febbraio 2014   – ore 20.30 /Turno C
sabato 1 marzo 2014 – ore 20.30 / Turno D
domenica 2 marzo 2014  – ore 19 / Turno ElucazingarettiThe curtain rises on ” ivory tower ” , engrossing play by Ronald Harwood ( author of the famous ” Servant of the scene ” ) that tells the dramatic clash between two opposing worldviews inspired dall’infamante indictment really addressed to Wilhelm Furtwängler , the great German conductor , he had indirectly ” collaborated ” with the Nazi regime for choosing to stay in Germany and in the darkest years of his tragic story. A decision difficult and somewhat dangerous , made possible by his immense prestige – that protected him from possible retaliation for statements strongly criticized in particular the discrimination and persecution against the Jews – motivated by not wanting to betray the beauty nor deprive its people of culture.

A line of conduct consistent and understandable for a man who had devoted his life to art, but interpretable , for example by the brutal greater Arnold , in charge of the investigation, as a sign of weakness if not of sympathy towards the Führer and his hierarchy , for having represented the German excellence in the eyes of the world, contributing to the creation of the distorted image of a supposed superiority and perfection of the Aryan race .

” Ivory Tower ” – whose original title , ” Taking Sides ” or take sides , take sides noted the importance of commitment , especially intellectuals , and who for his public role can be an example for citizens – Sunday 23 regional debut in first and (to reply) Monday, February 24 to 21 at the Nuovo Teatro Comunale di Sassari for the 2013-14 Season of Plays of CEDAC under XXXIV Theatrical Circuit regional Sardo, and then will be on Wednesday, February 26 at 20:30 until Sunday, March 2 ( Wednesday to Saturday at 20.30 and Sunday at 19) in the bill of ” The Great Prose at the Teatro Massimo ” of Cagliari signed CEDAC .

Starring Luca Zingaretti on the scene , who also directed , in the role of Major Steve Arnold, the American officer insensitive to the charms of art and culture which is entrusted with the investigation , and Massimo De Francovich , definitely uncomfortable in the role of a Wilhelm Furtwängler accused of having been complicit in the scheme, putting his undoubted talent at the service of an ideology dystopian and fierce. Rounding out the cast of “The Ivory Tower ” , in the preparation of Zocotoco , with the beautiful translation of Masolino D’Amico , Paul Briguglia , with Gianluigi Fogacci , Francesca Ciocchetti and Catherine Gramaglia , while the sets and costumes by André Benaim Clare Ferrantini , highlighted by the lighting design by Pasquale Mari, suggest the atmosphere of a suspended process amicable intentions , in the clash between a man in uniform unable to appreciate the charm of classical music and therefore to bow to the genius of one of the greatest conductors of the twentieth century , and the great German master .

The central issue – whether it is the artist’s task to take place openly siding against injustice and horror , or maybe choosing a voluntary exile in order not to succumb , not to mingle with a brutal power , or if the art , and generally culture , belong to a different sphere , and they can exert their influence on people’s minds regardless of the human qualities and behaviors of those who are interpreter – remains unresolved . Harwood invites the audience to be the judge, or rather to question the rights and duties of all human beings in the face of history : the point of view of the winners prevails over that of the vanquished , and an assessment of the events in retrospect, when the whole truth horror was revealed , it can not possibly be applied retroactively to those who have tried to choose in difficult conditions, and tried to do their best in unusual times .

The Major Arnold / Luca Zingaretti and the teacher Wilhelm Furtwängler / Massimo De Francovich embody the two opposing visions, in a duel of personalities on the crucial issue – whether it is permissible to live with a nightmare, just focusing on the sense of beauty, abstracting from political reality and social , or if it is essential to take a stand , and no witnesses could be called innocent or unconnected with the facts . Each of them is an expression of a different sensitivity to the first count only the facts and concrete actions, and there are no exceptions based on ability and talent , everyone must do their part , the conductor, unexpectedly trial – as he had taken openly distanced himself from the regime , and privately he had tried to help colleagues and acquaintances , but also simple strangers, to escape persecution – forced to get off the pedestal and try to justify their own choices, shows , but only up to one point, his human frailty , without renouncing to defend the ideal of ethics and aesthetics intangible, beyond good and evil .

Bishop of beauty, Furtwängler was , despite himself , a star of the first magnitude in the years of the fallen regime, but also a beacon in the night of the reason that Germany had fallen , and the whole of Europe , had tried to use his influence to plead the cause of the artists and musicians Jews , in the name of the principle that a great nation can not renounce his best and most precious talents , and was at one point forced to ” take a vacation ” not to become in turn a victim of the Nazi madness .

In the eyes of Arnold , the merits in the field of art and culture have no weight , or are aggravating rather dangerous , and while the officer continues to look for evidence of a more direct compomissione , if not a bond of Furtwängler Adolf Hitler and his hierarchy , starting with clear demonstrations of esteem and admiration of music lovers that enclave , a procession of witnesses.

The stories – true or false, spontaneous or extorted – represent as many tiles in a mosaic design which , however, remains ambiguous , as it was somewhat ambivalent behavior of the teacher in the strenuous defense of his art. The crude ferocity and aggressiveness American officer seems to make a pendant to that of the Nazis , in a blind and mindless lust for destruction : looking for the scapegoat , the exemplary punishment , to be presented to the world as a symbol of purity and the reasons of the winners, on the one hand and then the other of the sins of the winners. The perverse logic of war – already denounced by Aeschylus in his ” Persians ” – does not admit light and dark , uncertain boundaries between good and evil on the rubble of destroyed cities , on the graves of the fallen , and in this case between the ghosts of millions of deaths victims of a genocide , trying to build a lasting peace , albeit ” in arms ” as you ‘ll find out later , there is no place for doubts and hesitations . Among the most interesting and popular playwrights of the twentieth century , Ronald Harwood – South African Jewish roots , classical music fan – seems to be in the ideal location, nearly partisan to express an opinion on the rear of Furtwängler and Nazism . But the task of the theater is to question the present and history , about human nature and its weaknesses, to give voice to concerns : ” Ivory Tower ” / ” Taking Sides ” does not offer answers, but calls for a reflection on the present and past, on abstraction and intellectual need to dive into the mud and ” dirty ” with the concrete aspects of existence. An unresolved dilemma . A fascinating puzzle which everyone can and should be answered.

EVENTS :
” Taking Sides ” between theater and cinema : Cagliari – Screens and Curtains for the exhibition / “The great prose ” at Cinema organized by Space Odyssey 2001, in cooperation with CEDAC , Monday, February 24 to 17, and Sunday, March 2 matinee at 11 Cinema Odyssey ( in Viale Trieste 84) projecting ” Rightly or wrongly ,” the film by István Szabó taken from the play by Harwood , starring Harvey Keitel in the role of Major Steve Arnold and Stellan Skarsgård in that of Wilhelm Furtwängler .
INFO: Tel / Fax: 070 271709 – Email: spaziodissea@gmail.com | info@cinemaodissea.it
www.cinemaodissea.it

MEET THE ARTISTS
The cycle of meetings “Beyond the Scene / The actors tell … ” Friday, February 28 at 18 Luca Zingaretti and Massimo De Francovich and the company will be featured at the Odyssey Cinema in Viale Trieste 84 in Cagliari for an appointment with the public and the city, where we will discuss – in an informal way – the show and the characters, the actor’s craft , the social role of art and theater as a space for reflection on man , culture and society.
FREE ADMISSION ( subject to availability )

INFO & TICKETS
CAGLIARI / Teatro Massimo
tickets
Reduced whole evening
first sector € 30 € 24
second sector € 25 € 19
gallery € 15 € 10

Ticket : cell. +39 345.4894565 – biglietteria@cedacsardegna.it
info cedac@cedacsardegna.it – www.cedacsardegna.it

The ivory tower
Ronald Harwood
a domenica 2 marzo 2014 / CAGLIARI – Teatro Massimo “>from Wednesday, February 26 > Sunday, March 2 2014 / CAGLIARI – Teatro Massimo
Wednesday, February 26, 2014 – 20:30 / Series A
Thursday, February 27, 2014 – 20.30 / Round B
Friday, February 28, 2014 – 20:30 / C Round
Saturday, March 1st 2014 – 20:30 / Turn D
Sunday, March 2, 2014 – 19 hours / Turn It

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