GIORNI FELICI – TEATRO DELLE SALINE- CAGLIARI – 31 GENNAIO-1 FEBBRAIOHAPPY DAYS – SALINE THEATRE – CAGLIARI – JANUARY 31 TO FEBRUARY 1
” GIORNIÂ Â FELICI “
di Samuel Beckett
regia di
Lelio Lecis
con
Winnie – Lea Karen Gramsdorff
Willie – Tiziano Polese
Spazio scenico e Costumi – Marco Nateri
Responsabile tecnico – Lele Dentoni
Responsabile di produzione – Stefanie Tost
Responsabile organizzativo – Marina Mura
A lungo stroncato dalla critica, “Giorni felici” rappresenta in realtà uno dei momenti più alti dell’evoluzione del teatro beckettiano. Prima ed unica opera dedicata al rapporto di coppia, porta in scena una condizione esistenziale estrema e disperata per un dramma che rispecchia molteplici aspetti della misera condizione umana.
Protagonisti Winnie e Willie, moglie e marito, alle prese con dialoghi frammentati e sospesi in una scenografia claustrofobica, sapiente metafora di un irreversibile immobilismo vitale. La donna infatti compare immersa nel suolo fino ai fianchi mentre l’uomo spunta da un buco nel terreno. Le loro azioni sono quindi limitate, come i dialoghi che si sviluppano su tangenti che raramente si incontrano. Winnie parla, o meglio da voce a soliloqui a cui il marito risponde, in un gioco di contrappunto, con smorfie e monosillabi. Le loro frasi sono cocci di ricordi di una vita passata che nel futuro rappresenta la reiterazione della stessa, sempre tesa al raggiungimento di “giorni felici”. La donna si dichiara continuamente felice, dotata di tutto il “necessaire” per esserlo: ha una borsetta, la spazzola, lo specchio, lo spazzolino da denti. E un marito da tormentare. Una perfetta borghese concentrata sulla cura del corpo e impegnata in chiacchericci da salotto. Eppure l’atmosfera che avvolge e domina il dramma, nonostante la vivacità e spigliatezza della donna, è fatta di ombre e sinistri presagi. Gli amari destini dei personaggi emergono dall’assenza di un vero dialogo per un’esistenza autistica e fallimentare. Le parole son fagocitate da se stesse in un crescendo di incomunicabilità che trasforma anche la scena. Piano piano infatti Winnie sprofonda sempre più nel cumulo di terra e anche Willie è sempre meno presente. Ogni contatto fisico è impossibile e annullato, in una trappola esistenziale che non conosce via d’uscita. La vera vita risulta scarnificata e destrutturata e sprofonda con i suoi protagonisti nelle sabbie mobili della solitudine.
Amara condizione resa paradossale dall’incosapevolezza dei personaggi, fino all’ultimo impegnati in dialoghi quotidiani, leggeri e scaramantici contro la minaccia dell’assoluto nulla.
TEATRO DELLE SALINE
Akroama Teatro Delle Saline
info@teatrodellesaline.it
Telefono:+39 070 341322
http://www.akroama.it
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“HAPPY DAYS”
by Samuel Beckett
directed by
Lelio Lecis
with
Winnie – Karen Lea Gramsdorff
Willie – Tiziano Polese
Stage space and Costumes – Marco Nateri
Technical Manager – Lele Dentoni
Production Manager – Stefanie Tost
Organization Head – Marina Walls
A long panned by critics, “Happy Days” is actually one of the high points of the evolution of Beckett’s theater. First and only work dedicated to the relationship, brings to the stage an existential extreme and desperate for a drama that reflects multiple aspects of the miserable human condition.
Starring Winnie and Willie, husband and wife, struggling with dialogues fragmented and suspended in a claustrophobic setting, clever metaphor of an irreversible immobility vital. The woman in fact appears immersed in the soil up to the hips while the man emerges from a hole in the ground. Their actions are thus limited, as the dialogues that develop on tangents which are rarely found. Winnie speaks, or rather voice soliloquies in which the husband responds, in a game of counterpoint, with grimaces and monosyllables. Their sentences are fragments of memories of a past life in the future is the repetition of the same, always working towards the achievement of “Green Acres”. The woman says continually happy with the whole “necessaire” to be: it has a purse, brush, mirror, toothbrush. And a husband to torment. A perfect bourgeois focused on the care of the body and involved in chiacchericci living room. Yet the atmosphere that surrounds and dominates the drama, despite the vivacity and fluency of the woman, is made of shadows and sinister omens. The bitter fate of the characters emerge from the absence of a genuine dialogue to existence autistic and bankruptcy. The words are swallowed up by themselves in a growing lack of communication that also transforms the scene. Slowly fact Winnie sinks deeper into the mound of earth and also Willie is less and less present. Any physical contact is impossible and canceled in a trap existential does not know the way out. The real life is stripped and damaged and sinks with its characters in the quicksand of loneliness.
Amara condition made dall’incosapevolezza paradoxical character, until the last engaged in dialogues newspapers, light and superstitious against the threat of absolute nothing.
THEATRE OF SALINE
Akròama Teatro Delle Saline
info@teatrodellesaline.it
Phone: +39 070 341322
http://www.akroama.it
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