FACEBOOK SPIONE: LEGGE I POST MAI PUBBLICATIFACEBOOK SPY: The LAW POST EVER PUBLISHED Reviewed by admin on . CHE Facebook amasse ficcare il naso negli affari nostri lo sapevamo bene. D'altronde, gli serviamo per guadagnare e la partita per la difesa della privacy è anc CHE Facebook amasse ficcare il naso negli affari nostri lo sapevamo bene. D'altronde, gli serviamo per guadagnare e la partita per la difesa della privacy è anc Rating:

FACEBOOK SPIONE: LEGGE I POST MAI PUBBLICATIFACEBOOK SPY: The LAW POST EVER PUBLISHED

facebookCHE Facebook amasse ficcare il naso negli affari nostri lo sapevamo bene. D’altronde, gli serviamo per guadagnare e la partita per la difesa della privacy è ancora lunga e complicata.

Che però potesse addirittura tracciare i contenuti abbozzati, quelli che tutti quanti per un sentimento di autocensura decidiamo spesso di non pubblicare sulla piattaforma, è tuttavia un passo in avanti notevole. In sostanza il social network registra ogni digitazione dell’utente nei form del sito. Inclusi gli stati che buttiamo giù magari d’impulso, dopo aver appreso una notizia particolarmente importante o con l’intenzione d’indirizzarci a qualcuno di preciso, e che poi cancelliamo per quieto vivere cibernetico. O perché non abbiamo voglia di lanciarci nell’ennesima e infinita litigata online. A sottolineare l’importanza di questo nuovo intervento a gamba tesa nella riservatezza personale, in fondo ben nascosto nelle famigerate Condizioni d’uso e dunque non una novità assoluta, è una ricerca battezzata “Self-censorship on Facebook” e firmata dal ricercatore Adam Kramer, data scientist proprio per Menlo Park, e da Sauvik Das, dottorando alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. L’indagine ha messo sotto la lente quasi quattro milioni di utenti. Non una montagna, rispetto al miliardo e passa della piattaforma, ma senz’altro un ottimo panel di analisi.

fonte : Repubblica.itfacebookFacebook THAT loved stick their nose into our business we knew well. On the other hand , should serve him to win the game and for the defense of privacy is still a long and complicated.

But could even trace the contents sketchy , the ones that everyone for a feeling of self-censorship often decide not to publish on the platform, however, is a considerable step forward . In essence, the social network keeps track of each user’s typing in the form of the site. Including the states maybe we throw down on impulse after hearing news of particular importance or with the intention of directing us to someone in particular , and then delete the cyber for a quiet life . Or because we do not want to throw ourselves in yet another endless quarrel and online. To underline the importance of this new intervention in personal privacy straight leg , basically well-hidden in the infamous Terms of use and therefore not a novelty, is a research named “Self- censorship on Facebook” and signed by the researcher Adam Kramer , its data scientists to Menlo Park, and Sauvik Das , a graduate student at Carnegie Mellon University in Pittsburgh . The survey put under the lens almost four million users. Not a mountain, compared to the billion or the platform, but it ‘s definitely a great panel of analysis .

Source: Repubblica.it

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