CARRASECARE LUVULESU – LULA – SABATO 9 FEBBRAIOCARRASECARE LUVULESU – LULA – SATURDAY FEBRUARY 9
Si rinnova, anche quest’anno, il rito di Su Batiledhu.
Il 9 febbraio prossimo, infatti, sotto l’insegna di Paganos, Lula fa rivivere l’arcaica maschera praticamente scomparsa nella seconda metà degli anni ’40 del secolo scorso e riproposta dopo varie ricerche, nel nuovo millennio.
”Su Carrasecare Luvulesu”, legato alla rappresentazione della maschera di ”Su Batiledhu”, è fra le celebrazioni carnevalesche di valenza regionale consolidata e ritenute meritevoli di particolare attenzion. Su Bathiledhu, assieme all’evento legato ad esso, è divenuto nel tempo, grazie ad alcune sue peculiarità , fra le maschere che gode di maggiore considerazione ed è oggetto di interesse scientifico ed antropologico da parte di diversi studiosi provenienti dal territorio nazionale ed estero
L’origine della maschera, secondo diversi ricercatori fra cui la etnologa e studiosa di tradizioni popolari Dolores Turchi, parrebbe legata ai riti agrari arcaici collegati alla fecondazione della terra con il sangue. Una parodia di quella che un tempo doveva essere la commemorazione della passione e della morte di Dioniso Mainoles (in Sardegna chiamato Maimone) e considerato il dio della vegetazione.
Su Battiledhu (Vittima) è la figura principale della esibizione della maschera. Veste di pelli nere e porta un copricapo con corna caprine, bovine o di cervo, tenuto da un fazzoletto nero del costume femminile. Sulla testa, attorno alle corna, porta il rumine capovolto di un capro. Ha il volto in parte tinto di fuliggine, in parte di sangue. Seminascosto da alcuni campanacci che gli pendono sul petto, porta un omaso (quarto stomaco dei ruminanti) riempito di sangue misto ad acqua. Durante il ”rito”, vaga da solo o rincorso dagli altri figuranti che a volte lo legano alla vita con delle funi tenute all’estremità dai Massajos.
Battiledhos (Massajos) vestono da contadini e sono in qualche modo i ”padroni del gioco” e custodi del ”rito”. Si imbrattano il viso di nero con la fuliggine e portano appresso pungoli e Sas Socas (funi ottenute dal cuoio dei bovini), con le quali, in alcuni momenti, tengono la vittima legata, per poi percuoterla ripetutamente, strattonarla, trascinarla per terra, fino a farla rinvenire ed infine portarla alla morte. Due di questi vengono aggiogati come buoi e tirano il carro durante la processione
Battiledhos (Gattias) sono uomini vestiti da vedove e formavano un piccolo corteo. Seguono la vittima ed interagiscono con il pubblico mostrando una bambola di pezza smembrata e rivolgendo battute umoristiche e grottesche, accompagnate da gesti scomposti. Piangono improvvisando degli ”attitos” e sono gli artefici del gioco del pitzilica e non ride
Is renewed, once again, the rite of Su Batiledhu.
On 9 February, in fact, under the banner of Paganos, Lula revives the archaic form virtually disappeared in the second half of the 40s of the last century and revived after several searches in the new millennium.
” On Carrasecare Luvulesu”, associated with the representation of the mask Batiledhu” On”, is one of the carnival celebrations of regional importance consolidated and deemed worthy of particular attenzion. On Bathiledhu together event tied to it, has become over time, thanks to its own unique features, including the masks with greater consideration and is the subject of scientific and anthropological by several scholars from the country and abroad
The origin of the mask, according to several researchers, including the ethnologist and scholar of folklore Dolores Turchi, appears linked to the archaic agrarian rituals connected to the fertilization of the earth with blood. A parody of what once must have the commemoration of the passion and death of Dionysus Mainoles (in Sardinia called Maimone) and considered the god of vegetation.
On Battiledhu (Victim) is the main figure of the performance of the mask. As a black skin and wears a headdress with horns, goat, beef or venison, taking a handkerchief black female costume. On the head, around the horns, brings the rumen of a goat upside down. His face was partially stained with soot, in the blood. Hidden by some bells that hang on his chest, wearing a omasum (fourth stomach of ruminants) filled with blood mixed with water. During the” ritual”, wanders alone or chased by other figures that sometimes bind him to life with ropes held by the end Massajos.
Battiledhos (Massajos) dress up as farmers and are in some way the masters of the” game” and” guardians of the ritual.” They get on the face black with soot and carry with them and prods Sas Socas (ropes obtained from the leather of cattle), with which, at times, keep the victim tied up, and then beat her repeatedly, strattonarla, drag it on the ground, up to find it and then bring it to the death. Two of these are yoked like oxen and pull the chariot during the procession
Battiledhos (Gattias) are men dressed as widows and formed a small procession. Here are the victim and interact with the audience by showing a rag doll dismembered and turning jokes humorous and grotesque, accompanied by gestures decomposed. Cry of improvising attitos” and” are the makers of the game and does not laugh pitzilica
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