IL NOSTRO CANTO LIBERO – PICCOLO AUDITORIUM – CAGLIARI – VENERDI 18 MARZO 2016
Per esempio ascoltare un frammento di leggenda della musica leggera italiana rimasto intrappolato nei televisori per 42 anni…
La vicenda è nota: 23 aprile 1972, Rai, canale Nazionale, a “Teatro 10” si esibiscono insieme Mina e Lucio Battisti. Otto minuti e 20 secondi di medley che, complici qualche migliaio di repliche negli anni successivi, segnano il nostro immaginario musicale e s’infilano – come un’involontaria cerimonia degli addii – in un momento di svolta della storia del nostro Paese, giunto alla fine del suo Boom e all’inizio di una lunga notte, amara e violenta.
Quella serata non fu soltanto di Mina e Lucio. Fu anche dei musicisti che Battisti volle ad accompagnarli e ribattezzò “Cinque Amici da Milano”: Gianni Dall’Aglio (batteria), Eugenio Guarraia (chitarra elettrica), Gabriele Lorenzi (Hammond), Massimo Luca (chitarra acustica) e Angel Salvador (basso).
I Cinque amici non si sono mai più visti tutti insieme. Quattro (Dall’Aglio, Guarraia, Lorenzi e Luca: Salvador vive da tempo in Spagna, lontano dalla musica) si sono reincontrati per la prima volta a Milano il 15 luglio 2009 a Milano, alla presentazione del libro “Insieme Mina Battisti. 1972: il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano”, racconto in 370 pagine di quella serata e quella Italia scritto da Enrico Casarini (che, incidentalmente, è anche l’autore di questo articolo). Nell’occasione, però, non suonarono.
Hanno suonato invece 42 anni dopo, il 21 marzo 2015 al Memo Restaurant di Milano, per rendere unica una serata de Il Nostro Canto Libero, band guidata da Luca e Dall’Aglio che da qualche anno ripropone il repertorio Mogol-Battisti, superando il limite di tutte le tribute-band grazie a queste poche parole: “Noi c’eravamo davvero”.
La serata è stata di quelle in cui fa piacere fare i cori e fingere che, fra i tavoli apparecchiati nella platea di quello che era il cinema Abadan, fosse ancora il 1972 o giù di lì. Una trentina di canzoni, una dopo l’altra, dalle 22 all’una del mattino, in cui s’è ascoltato tutto e di più. Esecuzioni veraci, dove l’emozione scavalca la filologia e nessuno, francamente, se ne può lamentare.
Con Dall’Aglio e Luca, Franco Malgioglio (basso e una voce da affiancare a quella di Massimo Luca, sostituendola dove l’estensione di Luca non può arrivare), Pino Montalbano (chitarra elettrica) e Johnny Pozzi (tastiere) hanno fatto il ripassone del songbook battistiano che tutti aspettano, da “Innocenti evasioni” a “Mi ritorni in mente” passando da “Il nostro caro angelo”, “I giardini di marzo”, “Amarsi un po’”, “Pensieri e parole”… in una di quelle scalette che sembrano costruite – impresa nobilissima ma impossibile – per cercare di non deludere chi tiene nel cuore quel “lato B” con cui si innamorò.
A due terzi della serata arriva il momento “Cinque-Amici-meno- uno”. Le vecchie immagini della Rai corrono alle spalle della band. Gabriele Lorenzi prende il suo posto alle tastiere ed Eugenio Guarraia prepara la pedaliera per l’eterna Les Paul. Li aspettano “Il tempo di morire” ed “Eppure mi son scordato di te”, i due pezzi più rock del duetto a “Teatro 10”. E quella musica ritorna: vera, viva, fresca, ruspante, con un piglio da garage band, col buon profumo di cantina che può accompagnare una bottiglia conservata per anni e finalmente stappata, che dà il suo vino onesto, ben saporito e robusto.
Sul palcoscenico si sono alternati anche altri personaggi di musiche lontane eppure ancora presenti. Un altro bassista battistiano come Bob Callero; Giorgio “Fico” Piazza con cui, naturalmente, è stato d’obbligo suonare “Impressioni di settembre” ed “È festa”; un altro frammento della mitologia battistiana come Sara, cantante bolognese e progetto janisjopliniano della Numero Uno, che ripropone “Perché dovrei” e “Uomini”, le canzoni del suo 45 giri d’esordio; e infine Vince Tempera, con cui Massimo Luca chiude la serata in duetto, con una delicata versione di “Goldrake”.
Dopo tanto Battisti, lasciarsi con la colonna sonora di uno dei primi cartoni animati giapponesi giunti in Italia può sembrare incongruo, ma quel robot dal corpo d’acciaio e dalle mille armi aveva un solo imperativo: non arrendersi mai. E qui non si è arreso e non si vuole arrendere nessuno.
SET LIST:
“Innocenti evasioni”
“Non è Francesca”
“Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”
“Per una lira”
“Vendo casa”
“La collina dei ciliegi”
“Il nostro caro angelo”
“Insieme”
“E penso a te”
“I giardini di marzo”
“Vento nel vento”
“La luce dell’Est”
“Insieme a te sto bene”
“Perché dovrei”
“Uomini”
“Pensieri e parole”
“Amarsi un po’”
“Un’avventura”
“Emozioni”
“Uno in più”
“Acqua azzurra, acqua chiara”
“Mi ritorni in mente”
“Il tempo di morire”
“Eppur mi son scordato di te”
“7.40”
“La canzone del sole”
“Impressioni di settembre”
“È festa”
“Il mio canto libero / Hey Jude”
“Let It Be”
“Goldrake”.
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