SUONO AL CIVICO 74 – CAGLIARI – DOMENICA 29 NOVEMBRE 2015 Reviewed by admin on . Piccolo concerto di musica dal vivo dai balconi di Villanova Cupfakes Inizialmente sestetto, costituitosi in occasione di un premio alla carriera al regista Pup Piccolo concerto di musica dal vivo dai balconi di Villanova Cupfakes Inizialmente sestetto, costituitosi in occasione di un premio alla carriera al regista Pup Rating: 0

SUONO AL CIVICO 74 – CAGLIARI – DOMENICA 29 NOVEMBRE 2015

74Piccolo concerto di musica dal vivo dai balconi di Villanova

Cupfakes
Inizialmente sestetto, costituitosi in occasione di un premio alla carriera al regista Pupi Avati, oggi si presenta come una formazione variabile che può anche ridursi a duo. Se autentici sono i cupcackes, le tortine a forma di scodella, lo stesso non si potrebbe dire dei Cupfakes, che propongono musica scollegata dalla loro origine geografica e soprattutto epocale. Come possono dei musicisti sardi del XI secolo approcciarsi ad un linguaggio che appartiene ad americani o a zingari europei vissuti esattamente quasi un secolo prima? Se consideriamo che queste musiche nascono da un meticciato di esperienze, e i musicisti di quest’epoca hanno le orecchie contaminate dal di tutto e di più, anche grazie all’ausilio della tecnologia moderna, potremmo azzardare che questa sorta di meticciato ancora persiste, e se aggiungiamo la più piena consapevolezza di essere “fakes” senza nessuna concezione ad illusioni od identificazioni verso un qualcosa che non può essere diversamente, paradossalmente proprio questa consapevolezza può dare a ciò che scaturisce dagli strumenti (questi si, gli stessi utilizzati dai colleghi americani e manouche) quel tocco di freschezza che non relega il risultato finale a “roba da museo”. Specie se ci si approccia con naturalezza al tutto senza scimmiottamenti eccessivi…
Il repertorio è composto sia da classici della tradizione jazz manouche che da classici del jazz di New Orleans, anche se ultimamente si sta evolvendo verso brani originali o arrangiamenti di brani di diverso genere, inclusi hard rock ed heavy metal, trasposti in chiave gipsy jazz. Tra i lavori di studio, la colonna sonora del cortometraggio “Ogni cosa al suo posto†del regista Paolo Zucca che vede Jacopo Cullin come protagonista.

Riccardo Pittau
Trombettista avant-jazz sardo molto poliedrico e versatile. Il suo stile unisce la tradizione jazzistica con il fraseggio dei trombettisti balcanici, e della musica tradizionale sarda. Leader del quartetto/trio “Congregationâ€, che ha pubblicato nel 2005 “V IV MMV Death Jazz (0007 ImprovvisatoreInvolontario). Nato a Guasila, discendente di una famiglia di musicisti, ha appreso i primi rudimenti della tromba all’età di 9 anni. Suona in variegati e differenti contesti, dal jazz di ricerca a quello più tradizionale, dalla salsa caraibica alla musica rom dei balcani etc. Ha suonato con diversi musicisti tra cui Steve Lacy, Lester e Joseph “Joe†Bowie, David Murray, Roswell Rudd, Misha Mengelberg, Evan Parker, Lawrence D. “Butch†Morris, Alan Silva, Hamid Drake, Jean Paul Bourelly, Sadiq Bey, Elliot Sharp, Andy Moor, Phil Minton, Michael Riessler, Tristan Honsinger, Chris Cutler, Roy Paci, Vinicio Capossela… come solista ospite con la Boban and Marko Markovic Orkestar e con molti altri artisti e poeti come Alberto Masala, Jack Hirshmann.

Roberto MassaNasce nel 1971 a Cagliari e già nel 1977 inizia a suonare la chitarra con Nanni Serra; trasferitosi a Ortacesus incomincia lo studio dello strumento da autodidatta. All’età di 10 anni affianca lo studio della chitarra a quello del pianoforte che più in là lascerà per dedicarsi pienamente allo studio della chitarra. La formazione chitarristica avviene attraverso l’ascolto di gruppi come Led Zeppelin, Deep Purple, Pink Floyd e tutto ciò che c’era di buono negli anni ’70. Nel ’87 conosce Riccardo Pittau e grazie a lui incominciano i primi studi di musica Jazz. Subito dopo insieme a Pittau forma la Band “Gypsy’s” prettamente rock con una dose funky e jazz, la band si scioglie con la partenza di Pittau. E proprio in quegli anni conosce A.Murgia ed entra a far parte dei “Maverick’s Bad Breath” band metal di Villasor, e con il progetto “Man on the margin” che nel 98 li porterà a incidere il Disco “Songs of Innocence & of Experience” su poesie di William Blake. Su “electric dancer” dei MoM (2007) si può cogliere al meglio la vena rock del chitarrista; il disco verrà definito dalla rivista “Suono” come uno dei migliori dischi di rock usciti in Italia dopo la scomparsa del rock. Nel 2010 realizza la musica, in stile ambience, per uno stand della Fiera dell’illuminazione a Francoforte. In tutti questi anni, anche se l’attività concertistica è prettamente rock, approfondisce sempre di più lo studio della musica jazz e dello stile manouche.

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