LUCA AQUINO & CARMINE IOANNA – JAZZINO – CAGLIARI – GIOVEDI 30 APRILE 2015
I Grandi Eventi del JazzinoÂ
Ingresso con music charge 10 €Â
consumazioni e cena alla carta.
E’ consigliata la prenotazione allo 070 8571621.Â
Apriamo alle 20.00. Posti per solo drink limitati.
Orario consigliato per la cena entro le 20.45
Il concerto inizia alle 21.45
Luca Aquino : Tromba e Flicorno Carmine Ioanna : Fisarmonica
Già dal primo ascolto, sembra, il giusto coronamento di un cammino iniziato con l’esordio di ‘Sopra le nuvole’ (2007 – Universal/Emarcy) e poi a seguire ‘Lunaria’ (2008 – Universal/Emarcy), ’Icaro Solo’ (2010 – Universal/Emarcy) e ‘Chiaro’ (2011 – Tùk Music/My Favorite/EMI).
E’ il secondo album pubblicato per l’etichetta di Paolo Fresu(Tùk Music) la quale si contraddistingue ormai sempre più per la freschezza e l’originalità dei lavori pubblicati ma anche per la scelta degli artisti che ha nella propria scuderia, soprattutto giovani artisti dalle grandi capacità strumentali e compositive.
Contemporaneamente, il buon Luca, non è stato certo con le mani in mano. Svariate, costanti e diversissime sono state le sue collaborazioni con moltissimi musicisti a progetti differenti, confermando quelli che sono pregi di questo artista: la generosità , la curiosità e la versatilità .
Ricordiamone solo alcuni: le incisioni con il progetto ‘Skopje Connection’ di cui è membro effettivo, quella in duo con Roberto Cherillo in un delizioso disco ‘Soffice’ (2011 – Picanto Records), le collaborazioni con due progetti che lo tengono legato ai suoi esordi beneventani con musicisti/amici come ‘La Costituente’ e ‘depistaggio 4et – Tribute to Led Zeppelin’ e quello con il Jano 4et, in cui è ospite.
Il 2012 ha però segnato due tappe fondamentali nella carriera artistica di Luca Aquino e cioè l’essere entrato in pianta stabile nel gruppo del batterista francese Manù Katchè, con il quale è attualmente in tour in tutto il mondo al fianco di artisti come Tore Brunborg, Nils Petter Molvaer, Jim Watson; e l’aver partecipato ad un concerto evento alla edizione 2012 del Roccella Jazz Festival. Qui ha condiviso il palco con Jon Hassell ed Enrico Rava in un progetto unico, prodotto ed ideato dallo stesso Hassell ‘Sketches of the mediterranean Celebrating Gil Evans’.
Veniamo però ad ‘aQustico’. Dicevamo che già dal primo ascolto, si palesano quelle che sono le caratteristiche di questo trombettista, e cioè, l’amore per la melodia, il cantato, ed il suono, il tutto miscelato in un melting pot mai scontato e banale, anzi con rimandi espressivi a volte colti e a volte disincantati al tempo stesso.
Una leggerezza compositiva, a volte sfrontata, che affonda le radici in una leggerezza d’animo le quali sono ormai ‘tipiche’ della sua cifra espressiva.
In questo lavoro sembrano coesistere tutte le esperienze che Aquino ha vissuto sin dal suo esordio: c’è il Jazz, con la tradizione ed il free, l’amore per le atmosfere nordiche e per quelle balcaniche, la melodia mediterranea, con temi che ti entrano in testa dal primo ascolto, il tutto fino ad arrivare al progressive ed alla sperimentazione.
Dal punto di vista compositivo, questo è un gran bel disco, scritto bene e, per chi come noi segue Aquino da tempo, si nota una crescita esponenziale, già intravista in ‘Icaro’ e ‘Chiaro’. In questo disco, se possibile, c’è ancora più coraggio, c’è una voglia di stupire come dire genuina, nel senso che non è cercata, ma viene fuori da se. Non è fine a se stessa, ma sembra conclusione di un percorso lineare, non meditato, in una sola espressione: un istinto naturale che ci porta con semplicità per mano all’ascolto di tutte le tracce di questo progetto.
La voluta mancanza di elettronica in ‘aQustico’ accresce ancor di più la maturazione del trombettista beneventano. Il suono è vero, contemporaneamente soffiato e gridato, mai come in questo disco, tromba e flicorno vivono in stretto equilibrio. Stilisticamente, ci sono rimandi a tantissimi trombettisti, c’è Rava, c’è Douglas, il guru Fresu, l’amato Arve Henriksen fra i ‘moderni’. Ma sono presenti anche ‘maestri’ con alcuni rimandi a Davis, Baker e Hubbard, senza emulazioni banali, sempre filtrati comunque attraverso il suo personale stile, il suo suono, quello che è ormai diventato suo peculiare.
Ancora una volta Luca Aquino ci sorprende, e ci dice con questo disco che ‘osare’, ‘essere originali’, essere ‘diversi’ si può, sia nell’aspetto espressivo che compositivo.Â
Lo si può essere anche in un’epoca dove l’appiattimento del linguaggio nel Jazz o nella musica improvvisata la fa da padrone.Â
Lui osa riuscendoci, sfida sul campo, battendoli, tutti quei musicisti che fanno delle mitragliate di crome e biscrome inutili, o di acuti, bisacuti e trisacuti la propria ragione di vita.
In ‘aQustico’, ci sono ‘frasi’ belle, scritte bene, originali.Â
Ardui ‘riff’ Hard Bop e lancinanti grida Free coesistono con soffi delicati e dolci nenie, questo a sancire ancora una volta il concetto che quando la musica è vera e genuina, vince.Â
Sette tracce in questo lavoro, dove Aquino, coadiuvato dai suoi compagni di viaggio, ci conduce attraverso il suo universo espressivo. Sette brani ideati come brevi suite, come piccoli cortometraggi della memoria, una musica pensata quasi per immagini che si frammentano e de-frammentano in un caleidoscopio di idee.
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