RETRATTOS – LIBRERIA VIA SULIS – CAGLIARI – MARTEDI 3 MARZO 2015 Reviewed by admin on . A bo' lu tiramus unu retrattu- vi scattiamo una fotografia?" Questa domanda era capace di scatenare un profondo trambusto nelle vite dei sardi, fino ad un secol A bo' lu tiramus unu retrattu- vi scattiamo una fotografia?" Questa domanda era capace di scatenare un profondo trambusto nelle vite dei sardi, fino ad un secol Rating: 0

RETRATTOS – LIBRERIA VIA SULIS – CAGLIARI – MARTEDI 3 MARZO 2015

RETRATTOSA bo’ lu tiramus unu retrattu- vi scattiamo una fotografia?” Questa domanda era capace di scatenare un profondo trambusto nelle vite dei sardi, fino ad un secolo fa. Si abbandonavano le mansioni quotidiane, ed era tutto un prepararsi (veloce e meticoloso) per la fotografia, “su retrattu”, che poi sarebbe stata messa in mostra nel l’angolo migliore della casa: magari circondata da ninnoli e incorniciata, non importa se a caro prezzo.

Alessandro Spiga, fotografo cagliaritano, intende recuperare l’aura intensa e composta di questi antichi scatti, per restituire a volti e abiti l’orgoglio e la fierezza, spesso smarriti in nome di una volgare idea di “spettacolo folk”.

Il suo lavoro, suggestivo e di forte potenza visiva, ha ricevuto consensi e riconoscimenti ufficiali all’ultimo Sony World Photography Awards: due degli scatti di RETRATTOS sono infatti stati selezionati dalla giuria dell’importantissimo Premio nella categoria Arte e Cultura.

In collaborazione con un pool di studiosi e appassionati di etnografia, Spiga è andato alla ricerca di volti ed abiti (spesso originali, oppure ricostruiti con criterio), coinvolgendo tante figure in un’avventura silenziosa ed incantevole. Sui set fotografici si assiste, infatti, a repentini cambi di espressione -spalle che si raddrizzano, sguardi austeri, labbra serrate, aggiustamenti di posa, in silenzi composti e carichi di significato.

I visi si trasfigurano al riflesso dei velluti, dei broccati in seta, dei ricami minuti e preziosi che percorrono giubbini e corpetti. Donne e uomini appaiono ben lontani dallo stereotipo chiassoso del “costume da festa”:gli abiti sono spesso antichi, acquistati con sacrifici immani, fragili come i sogni e i ricordi.

Gli scatti, forti della qualità digitale, sono stampati su pregiata carta fotografica per una piena godibilità dei dettagli. Altre pose, per sottolineare ulteriormente il valore artistico e documentario, sono state poi ristampate a mano su carta artigianale, mediante la tecnica della gomma bicromata, un antico procedimento di stampa chimica risalente al 1850.

Le immagini di Retrattos intendono essere un omaggio a quegli antenati, per i quali su retrattu era un breve, ma intenso momento di vanità, una solenne eccezione alle fatiche quotidiane.

Giuseppe Udas

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