SE LA SARDEGNA TUTELA I NURAGHI, I NURAGHI SALVERANNO LA SARDEGNA IF THE PROTECTION OF SARDINIA NURAGHI, NURAGHI SAVE SARDINIA Reviewed by admin on . Ci sono due modi in cui l’Italia ha conquistato il mondo: uno è il cibo, l’altro è la cultura. Siamo infatti il 5° Paese più visitato al mondo, il turismo è un Ci sono due modi in cui l’Italia ha conquistato il mondo: uno è il cibo, l’altro è la cultura. Siamo infatti il 5° Paese più visitato al mondo, il turismo è un Rating: 0

SE LA SARDEGNA TUTELA I NURAGHI, I NURAGHI SALVERANNO LA SARDEGNA IF THE PROTECTION OF SARDINIA NURAGHI, NURAGHI SAVE SARDINIA

NURNETCi sono due modi in cui l’Italia ha conquistato il mondo: uno è il cibo, l’altro è la cultura. Siamo infatti il 5° Paese più visitato al mondo, il turismo è un settore chiave della nostra economia e, al suo interno, quello culturale pesa oltre il 30%, con più di 2 milioni di occupati.

L’Italia è un Paese “a museo diffuso”, uno ogni 13mila abitanti, circa il triplo della Francia. Disponiamo di 4.588 tra musei, aree archeologiche e monumenti, ma la verità è che la maggior parte del nostro patrimonio non è calcolato perché non valorizzato. Basti pensare che solo in Sardegna vi sono più di 7.000 nuraghi, senza contare le leggendarie case delle fate, menhir, betili, dolmen, pozzi sacri e tombe dei giganti.

Il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini è il più grande dell’isola, patrimonio Unesco e luogo in cui alcuni studiosi hanno riconosciuto le rovine di Atlantide. Pensate però che ci sono zone come il Marghine-Goceano che, rispetto a Barumini, presentano la più alta densità di emergenze archeologiche (0,50 per kmq), quasi tutte monumentali. In queste zone sono state svolte indagini topografiche, ma non ci si è mai adoperati per scavare, salvaguardare o promuovere gran parte dei siti. Su Nuraxi tuttavia, grazie all’impegno della Fondazione Barumini, viene tutelato ed è visitato ogni anno da 100mila persone. Perché però Barumini attrae appena un sesto della Valle dei Templi? Perché i soli principali musei statali di Londra attraggono il 73% degli ingressi totali nei nostri 420 istituti pubblici?

La risposta pare evidente, e non sorprende vedere che gli scarsi investimenti non siano altro che lo specchio di un’incerta capacità amministrativa, di una mancata digitalizzazione e apertura verso l’esterno. Solo il 50% dei musei ha un sito web, solo 16% di loro è attivo nelle community e solo il 40% ha personale che parla inglese. Il turismo rappresenta il 50% dell’e-commerce italiano, eppure siamo tra i meno informatizzati d’Europa. Secondo la Oxford Economics, se sviluppassimo l’economia turistica investendo sui contenuti online e allineandoci con la media europea, il Pil crescerebbe di circa l’1% e la domanda turistica del 10%, un dato quantificabile in circa 250mila nuovi posti di lavoro.

Su questa linea si muove Nurnet, la rete dei nuraghi con il progetto di sviluppare con risorse minime, tecniche informatiche tipiche dei Gis e dei social network, una rete di informazioni fondata sulla cultura sarda nuragica. Nurnet propone infatti itinerari nostrani alla ricerca di quest’identità storica, creando, attraverso l’iniziativa “Adotta un Nuraghe”, mappe di localizzazione e salvaguardia delle strutture, rendendole facilmente accessibili e agevolando il turismo archeologico, un campo quasi del tutto inesplorato e capace di allargare il turismo all’entroterra e a tutte le stagioni. Ovviamente l’adozione non costituisce alcun diritto sul monumento, ma solo una responsabilità di tutela, digitalizzazione e condivisione del bene.

Giovanni Lilliu, scopritore di Su Nuraxi, dipingeva l’isola come caratterizzata dalla “costante resistenziale sarda”, ovvero una suddivisione tra il popolo costiero, collaborazionista dei coloni, e il popolo dell’entroterra, custode della più autentica tradizione culturale e chiuso verso l’esterno. Questa distinzione è tuttora evidente e si riscontra in particolare a livello turistico, nel gap tra il turismo costiero e rurale, tra la costa Smeralda e l’identità più profonda della Sardegna. Un gap in cui sta la chiave di volta dello sviluppo e della tutela dell’isola. Se la Sardegna salvasse l’archeologia, l’archeologia salverebbe la Sardegna.

TRATTO DA ILFATTOQUOTIDIANONURNETThere are two ways in which Italy has conquered the world : one is the food , the other is culture. In fact we are the 5th most visited country in the world , tourism is a key sector of our economy and , at its core , the cultural weighs more than 30% , with more than 2 million jobs .

Italy is a country of ” a museum” , one in every 13 thousand inhabitants, around three times France. We have 4,588 museums , archaeological sites and monuments, but the truth is that most of our heritage is not calculated because not valued. Just think that in Sardinia there are more than 7,000 Nuraghe, not to mention the legendary fairy houses , menhirs, betili , dolmens, holy wells and tombs of the giants .

The Su Nuraxi Barumini is the largest island, UNESCO world heritage site and a place where some scholars have recognized the ruins of Atlantis. Do you think though that there are areas such as the Marghine – Goceano that, compared to Barumini, have the highest density of archaeological sites ( 0.50 square kilometers ), almost all monuments. In these areas have been carried out topographic surveys , but there was never used for digging, protect or promote the most sites . On Nuraxi however, thanks to the efforts of the Foundation Barumini, is protected and is visited each year by 100 thousand people . Why Barumini but attracts just a sixth of the Valley of the Temples ? Because the only major state museums of London attracts 73% of total attendance in our 420 public institutions ?

The answer seems obvious , and it is not surprising to see that underinvestment are nothing but a reflection of an uncertain administrative capacity , a lack of digitization and opening to the outside . Only 50% of the museums has a website , only 16% of them are active in the community and only 40% have English speaking staff . Tourism accounts for 50 % of e-commerce Italian , and yet are among the least computerized Europe. According to Oxford Economics , if you were to develop the tourist economy by investing in online content and aligning with the European average , GDP would increase by about 1% and the tourist demand of 10 %, a figure estimated at about 250 thousand new jobs .

On this line moves Nurnet , the network of nuraghis with plans to develop with minimal resources , computational techniques typical of GIS and social network , a network of information based on the Sardinian culture nuragica . Nurnet proposes routes to our own historical research of this identity , creating , through the ” Adopt a Nuraghe ” , location maps and preservation of the structures , making them easily accessible and facilitating archaeological tourism , a field almost completely unexplored and capable to broaden the tourism hinterland and all seasons. Obviously, the adoption does not constitute any rights to the monument , but only a responsibility of protection, digitization and sharing of good.

John Lilliu, discoverer of Su Nuraxi , painted the island as characterized by ” constant tensile Sardinian ” , which is a division between the coastal people , collaborator of the settlers , and the people of the hinterland , the guardian of the most authentic cultural tradition and is closed to the ‘ outside. This distinction is still evident and is found particularly in terms of tourism, the gap between the rural and coastal tourism , including the Emerald Coast and the deepest identity of Sardinia. A gap that is the key to the development and protection of the island. If Sardinia would save archeology , archeology would save Sardinia.

TAKEN FROM ILFATTOQUOTIDIANO

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