LA LEZIONE – DOMUS ART – QUARTUCCIU – DOMENICA 3 NOVEMBRE 2013THE LESSON – DOMUS ART – QUARTUCCIU – SUNDAY NOVEMBER 3 Reviewed by admin on . LA LEZIONE di E.Ionesco In scena: Franco Siddi, Marta Proietti Orzella,Carla Orrù L'opera è ambientata nella sala da pranzo, adibita anche a studio di un piccol LA LEZIONE di E.Ionesco In scena: Franco Siddi, Marta Proietti Orzella,Carla Orrù L'opera è ambientata nella sala da pranzo, adibita anche a studio di un piccol Rating:

LA LEZIONE – DOMUS ART – QUARTUCCIU – DOMENICA 3 NOVEMBRE 2013THE LESSON – DOMUS ART – QUARTUCCIU – SUNDAY NOVEMBER 3

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LA LEZIONE
di E.Ionesco

In scena: Franco Siddi, Marta Proietti Orzella,Carla Orrù
L’opera è ambientata nella sala da pranzo, adibita anche a studio di un piccolo appartamento francese. Il professore è in attesa di una nuova allieva, per impartirle delle lezioni di matematica, linguistica e filologia comparata, al fine di ottenere la libera docenza totale. La governante, una robusta donna di età tra i 40 e i 50 anni, si preoccupa della salute del professore e segue lo svolgimento delle lezioni. Mentre la lezione procede, carica di assurdo e di non-senso, nel professore va aumentando un senso di rabbia contro l’ignoranza dell’allieva, che al contrario di lui diventa sempre più silenziosa e mite……..
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“Esperimento di teatro astratto o al contrario concreto…poiché esso è solo ciò che si vede sulla scena, poiché nasce sul palcoscenico, poiché gioco, gioco di parole, gioco di scene, di immagini, materializzazione di simboli. Bisogna riuscire a liberare la tensione drammatica senza l’aiuto di nessun intrigo di nessun oggetto particolare.
Si perverrà a rivelare qualcosa di mostruoso: il che peraltro appare necessario in quanto il teatro è essenzialmente rivelazione di cose mostruose, o di condizioni mostruose senza immagini, o di immagini che ci portiamo in noi”.
E.Ionesco

Dalle Note di regia
“La lezione”, dramma comico del 1951, è il secondo lavoro di Ionesco, dopo “La Cantatrice calva” del 1950.
Ionesco (con Beckett e Adamov) è il creatore del cosiddetto Teatro dell’Assurdo.
Assurdo, che non è lo stare fuori dalla realtà, ma piuttosto la condizione individuale e sociale di un mondo in cui l’uomo ha perduto le sue radici, così che le sue azioni diventano “insensate, ridicole, inutili”, Ionesco è grande ritrattista.
Si tratta di ritratti in un interno, apparentemente slegati dalla realtà, invece ad essa fortemente collegati da quei fili che fanno sì che il personale sia politico.
I suoi ritratti, pur così estremi, non sono infatti da intendersi come semplici caricature, ma come esplorazioni di una realtà “normale”, che cammina sul filo teso di una razionalità comicamente sospesa sull’irrazionalità, nella quale in ogni momento può precipitare con esiti tragici.
Il linguaggio garantisce questa situazione di precario equilibrio tra razionale e irrazionale, tra ragione e passione, non più strumento di comunicazione tra soggetti, ma unico dispotico soggetto che governa, regola, obbliga, opprime, tortura gli individui, con le sue leggi, i suoi ritmi, le sue ripetizioni, le sue contraddizioni, i suoi meccanismi, i suoi tic.
Come si colloca il “vizio” del vecchio professore, se non nella semplice normale mediocrità piccolo borghese di milioni di individui?
Di quanti appaiono improvvisi alla ribalta della cronaca nera con reati di strage, che i media ritualmente ci illustrano come follia, come assurdità, non abbiamo costantemente la testimonianza dei vicini di casa che ne attestano la normalità, l’onestà, la tranquillità, la semplicità, la bonomia?
“Ah, è un buon diavolo in fondo”, dice del professore l’affezionata governante.
Un brav’uomo, un pensionato, che vorrebbe vivere altrove, che non ha mai visto Bordeaux, nemmeno Parigi, ma annette vitale importanza alla conoscenza della geografia nazionale infatti non conosce la realtà, ma solo le parole che la designano; egli vive effimere estasi nel momentaneo incontro con banalità lessicali; per lui, prigioniero del linguaggio, il contatto con la realtà vera, corporea, della sua allieva è già elemento di squilibrio, causa di follia il fatto che nel linguaggio non la incontri, che col linguaggio non possa sottometterla.
Egli è normale, normale l’allieva, normale la governante.
Piero Marcialis

Ingresso libero
non è necessario prenotare
info: teatroolata@gmail.com
3881613615
070/851100LESSTHE LESSON
of E.Ionesco

On stage: Franco Siddi , Marta Orzella Proietti , Carla Orru
The opera is set in the dining room , also used as a study of a small apartment in France. The professor is waiting for a new pupil to teach her lessons in mathematics, linguistics and comparative philology , in order to obtain a teaching qualification total . The housekeeper , a robust woman between the ages of 40 and 50 years , is concerned about the health of the professor and follows the lessons . As the lesson proceeds , full of absurd and non-sense , the professor is increasing a sense of anger against the ignorance of the student , who unlike him becomes more and more silent and mild ……..
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” Experiment theater abstract or concrete on the contrary … because it is just what is seen on stage , because born on stage, because the game, word game , game scenes , images , materialization of symbols. We must be able to release the dramatic tension without the aid of any intrigue of any particular object.
It will arrive to reveal something monstrous which also appears necessary because the theater is essentially revelation of monstrous things , or monstrous conditions without images, or images that we carry within us . “
E.Ionesco

From the Director’s Notes
“The lesson ,” comic drama of 1951 , is the second work of Ionesco , after ” The Bald Soprano ” in 1950 .
Ionesco ( with Beckett and Adamov ) is the creator of the so-called Theatre of the Absurd .
Absurd, is not it stand out from reality, but rather the individual and social condition of a world in which man has lost his roots, so that his actions become ” foolish , ridiculous , useless,” Ionesco is a great portraitist .
It is portrayed in an interior, seemingly disconnected from reality , instead it strongly linked to those threads that make the personal and political .
His portraits , though so extreme , in fact, are not to be understood as mere caricatures, but as an exploration of a reality “normal” walking on a tightrope suspended comically rationality over irrationality , in which at any time may precipitate with results tragic .
The language ensures this situation of precarious balance between rational and irrational, between reason and passion , no longer tool of communication between subjects, but only despotic entity that governs , regulates , requires , oppresses, tortures individuals, with its laws , its rhythms, its repetitions , its contradictions , its mechanisms , its tics.
How does it fit the “vice ” of the old professor , if not in the plain simple petit bourgeois mediocrity of millions of people ?
How many sudden appear in the news black with crimes of murder , the media ritually we illustrate how to madness , as nonsense , do not we always have the testimony of neighbors who attest to its normal , honesty , tranquility , simplicity the bonhomie ?
” Ah, it’s a good fellow at bottom ,” says the professor’s loyal housekeeper.
A good man, a pensioner, who would want to live anywhere else , who has never seen Bordeaux, not Paris, but attaches vital importance to the knowledge of the national geography in fact does not know the reality, but only the words which designate , he lives ephemeral ecstasy in the temporary encounter with platitudes lexical for him , a prisoner of language , contact with the true reality , body , his pupil is already element of imbalance, due to the fact that in the language of madness not meet her, that the language can not subdue .
He is normal, the normal pupil , the housekeeper normal .
Piero Marcialis

free admission
no reservations required
info: teatroolata@gmail.com
3881613615
070 / 851100

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