PROGRAMMAZIONE GREENWICH D’ESSAI -CAGLIARI- 17-23 OTTOBRE 2013PROGRAMMING CINEMA GREENWICH D’ESSAI – CAGLIARI – OCTOBER 17 TO 23
LA PRIMA NEVE
venerdì, sabato e domenica ore 17,00 – 19,15 – 21,30
dal lunedì al giovedì ore 19,15 – 21,30
[Italia 2013, Drammatico, durata 104′]Â Â Regia di Andrea Segre
Con Matteo Marchel, Jean-Christophe Folly, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Peter Mitterrutzner
Michele (Matteo Marchel) è un undicenne rimasto da poco orfano di padre, che vive tra le montagne dell’Alto Adige e ha un rapporto difficile con la madre (Anita Caprioli). Dani (Jean-Christophe Folly) è un ragazzo africano del Togo che è ospitato in un centro di accoglienza dopo un traumatico viaggio per mare, ha una figlia piccola e fatica ad essere padre. Incontrandosi, le loro esistenze diventeranno complementari, cercando l’uno di colmare il vuoto nella vita dell’altro e permettendo ad entrambi di superare il dolore per la comune esperienza di una tragica perdita.
La prima neve è quella che tutti in valle aspettano. È quella che trasforma i colori, le forme, i contorni.
Andrea Segre prosegue con questo suo secondo film di finzione dopo Io sono Li la personale ricerca del rapporto tra gli esseri umani e i luoghi che ne ospitano le vicende sia che vi appartengano dalla nascita sia che vi siano giunti per i rovesci della sorte.
Come Shun Li Dani è arrivato in un’Italia di cui non conosce le tradizioni ma, a differenza della donna cinese, non subisce le offese del razzismo strisciante. Perché questo film di Segre non vuole ripercorrere le orme dell’opera precedente. Dani l’emarginazione ce l’ha dentro come il piccolo Michele ed è data dal dolore profondissimo di una perdita, di un lutto che sembra impossibile elaborare. Hanno a fianco persone che vorrebbero aiutarli (l’anziano apicoltore per l’uno,la madre per l’altro) ma è come se avessero eretto un muro a difesa della loro sofferenza. Il bosco finisce così per diventare non il luogo fiabesco dove incontrare pericolosi lupi (qui semmai a fare danni è un orso) ma lo spazio, tra luci ed ombre, dove trovare una solitudine che può farsi cammino comune. “Le cose che hanno lo stesso odore debbono stare insieme” dice il vecchio a proposito di legno e miele. Dani e Michele sono impregnati dello stesso odore della deprivazione che li porta a pensare di non essere più capaci di amare coloro che hanno invece più bisogno di loro. Potrebbero avere entrambi bisogno di quella prima neve che offra una nuova visione del mondo, esteriore ed interiore.
Massimo Troisi, dopo il successo di Ricomincio da tre affermava, con la saggezza che lo contraddistingueva, di non voler fare il secondo film ma di voler passare direttamente al terzo. Perché una regola non scritta del cinema di finzione dice che se la prima opera è venuta bene la seconda non sarà altrettanto valida. La prima neve costituisce una delle rare eccezioni alla regola.
Sala est (rossa)
Gloria
venerdì, sabato e domenica ore 17,00 – 19,15 – 21,30
dal lunedì al giovedì ore 19,15 – 21,30
[Gloria, Cile 2013, durata 105′]  Regia di Sebastián Lelio
Con Paulina Garcia, Sergio Hernández, Diego Fontecilla, Coca Guazzini, Alejandro Goic, Hugo Moraga, Antonia Santa MarÃa, Fabiola Zamora
Gloria, una donna di 58 anni attraente ed intelligente, per non sentirsi sola riempie le sue giornate di cose da fare. Il lavoro in una compagnia di assicurazioni e le preoccupazioni per i figli e il nipotino corredano l’abitudine che Gloria ha di frequentare feste per soli adulti, dove ha la possibilità di vivere avventure passeggere e di divertirsi. La sua esistenza però cambia quando conosce Rodolfo, un sessantacinquenne con cui sembra essere felice. La storia d’amore, però, porterà in Gloria una crisi interiore ancora peggiore di quella che viveva prima di incontrare Rodolfo.
Orso d’argento per la migliore attrice (Paulina Garcia) al Festival di Berlino 2013.
Sebastian Lelio affronta con naturalezza e senza falsi pudori il tema dell’amore e del sesso alla soglia della terza età accarezzando con l’obiettivo i corpi imperfetti dei suoi attori e stemperando con lievi tocchi di ironia i momenti critici della storia. Il corpo di Gloria, in particolare, è al centro di ogni singola inquadratura. Questa adesione quasi voyeuristica del regista alla sua musa ci permette di sposare fino in fondo il punto di vista di una donna che non ha paura di vivere le proprie emozioni né di mostrare i propri difetti. Paulina Garcia, coraggiosa come il personaggio cucitole addosso da Lelio, con questa performance ipoteca l’Orso d’argento. L’attrice si dimostra abilissima nel sostenere i primi piani insistiti del regista intento a esplorare ogni suo stato d’animo, ogni minimo cambiamento di umore, per mettere a nudo il suo corpo e la sua anima. La scelta di campo di Sebastian Lelio è talmente netta e la sua protagonista talmente carismatica da degradare inevitabilmente tutti i personaggi che le ruotano attorno a semplici comprimari, compreso Rodolfo, l’uomo con cui intreccia una tormentata relazione, ma da cui si separa in un moto di orgoglio. Il suo ‘saluto’ definitivo all’uomo sarà oggetto di una delle scene più divertenti del film. Nel finale catartico Gloria si abbandona a una danza sfrenata in una pista da ballo in cui risuona la versione latina di una hit italiana degli anni ’80, quel Gloria di Umberto Tozzi che, grazie alla creatività di Sebastian Lelio, si trasforma in un simbolico inno di autoaffermazione.West room (blue)
THE FIRST SNOW
Friday, Saturday and Sunday 17.00 – 19.15 to 21.30
Monday to Thursday from 19.15 to 21.30
[ Italy , 2013, Drama , duration 104 ‘ ] Directed by Andrea Segre
With Matthew Marchel , Jean -Christophe Folly , Anita Caprioli , Giuseppe Battiston , Peter Mitterrutzner
Michele (Matthew Marchel ) is an eleven year old was recently lost his father , who lives in the mountains of South Tyrol and has a difficult relationship with his mother ( Anita Caprioli ) . Dani (Jean -Christophe Folly ) is an African boy from Togo which is housed in a reception center after a traumatic journey by sea , has a young daughter and effort to be a father . They meet , their lives become complementary , each trying to fill the void in the lives of others and allowing both to overcome the pain of the common experience of a tragic loss .
The first snow is the one that everyone in the valley ahead. It is what transforms the colors, shapes , contours.
Andrea Segre continues with this, his second feature films after Li and the personal research of the relationship between humans and the places that host the events whether you belong from birth whether you have come to the reverses of fortune .
As Shun Li Dani arrived in Italy of which he knows the traditions but , unlike the Chinese woman , is not subject to the offenses of racism creeping . Why this film Segre does not want to follow in the footsteps of its predecessor . Dani exclusion have it in as little Michael and is given by the deep pain of a loss, a loss that seems impossible to process. They have next to people who would like to help ( the old beekeeper for the one, the mother for the other) but it is as if they had built a wall in defense of their suffering. The forest ends up becoming not the magical place where to meet dangerous wolves ( here , if anything, to do damage is a bear ) , but the space between light and shadow, where to find a solitude that can be shared journey . “The things that have the same smell should be together,” says the old man about wood and honey. Dani and Michael are imbued with the same smell of deprivation that leads them to think of not being able to love those who most need them instead . You might need to have both the first snow that offers a new vision of the world , external and internal .
Massimo Troisi , after the success of Groundhog three- stated , with the wisdom that distinguished him , did not want to do the second movie but prefer to skip straight to the third . Why is an unwritten rule of fiction film says that if the first work came well the second will not be as good . The first snow is one of the rare exceptions to the rule.
East hall (red)
Gloria
Friday, Saturday and Sunday 17.00 – 19.15 to 21.30
Monday to Thursday from 19.15 to 21.30
[ Gloria , Chile , 2013, lasting 105 ‘ ] Directed by Sebastián Lelio
With Paulina Garcia , Sergio Hernández , Diego Fontecilla , Coca Guazzini , Alejandro Goic , Hugo Moraga , Santa MarÃa Antonia , Fabiola Zamora
Gloria , a 58 year old woman attractive and intelligent , not to feel alone fills your days of things to do . The work in an insurance company and concerns for their children and grandchild accompany the habit that Gloria has to attend parties for adults only, where he had the opportunity to experience adventures transient and have fun. His life changes , however, when he met Rodolfo , a sixty-five which seems to be happy . The love story , however , will bring in Gloria an internal crisis even worse than what he experienced before he met Rodolfo .
Silver Bear for Best Actress ( Paulina Garcia) at the Berlin Festival 2013.
Sebastian Lelio faces with ease and without false modesty the theme of love and sex to the threshold of old age with the aim stroking the imperfect bodies of his actors and diluting with light touches of irony critical moments of history. The body of Gloria , in particular, is at the center of every single shot . This membership almost voyeuristic director to his muse allows us to marry up at the bottom of the point of view of a woman who is not afraid to live their emotions or to show their flaws. Paulina Garcia , brave as the character cucitole him by Lelio , with this performance Mortgage the Silver Bear . The actress proves very capable in supporting close-ups of the director insisted his intention to explore every mood , every slightest change of mood, to lay bare his body and his soul . The choice of field of Sebastian Lelio is so clear and its charismatic protagonist so inevitably degrade all the characters that revolve around simple actors, including Rudolph, the man with whom she began a stormy relationship , but from which it separates in a surge of pride . Its ‘ greeting ‘ final man will be the subject of one of the funniest scenes of the film. In the final cathartic Gloria indulges in a wild dance in a dance in which echoes the Latin version of an Italian hit of the ’80s , the glory of Umberto Tozzi that, thanks to the creativity of Sebastian Lelio , is transformed into a symbolic hymn self-assertion.
Leave a Comment
You must be logged in to post a comment.