12 M SUL LIVELLO DEL MARE – BABEUF – CAGLIARI – VENERDI 6 NOVEMBRE 2015 Reviewed by admin on . “Se voglio rimanere solo, mi fermo, prendo il gesso nero dalla tasca e disegno un cerchio attorno a me. Dentro il mio cerchio io sono al sicuro.” L'Associazione “Se voglio rimanere solo, mi fermo, prendo il gesso nero dalla tasca e disegno un cerchio attorno a me. Dentro il mio cerchio io sono al sicuro.” L'Associazione Rating: 0

12 M SUL LIVELLO DEL MARE – BABEUF – CAGLIARI – VENERDI 6 NOVEMBRE 2015

12M“Se voglio rimanere solo, mi fermo, prendo il gesso nero dalla tasca e disegno un cerchio attorno a me. Dentro il mio cerchio io sono al sicuro.”

L’Associazione May Mask ed il Piccolo Teatro Babeuf

presentano

12 MT SUL LIVELLO DEL MARE
14°41′37″ N
17°26′38″ W

da “La Maschera che porto”

performance spettacolo di e con Boucar Wade, Laura Fortuna, Massimiliano Murru, Andrea Andrillo e Francesca Romana Motzo

La Maschera che porto (progetto portante dell’associazione), esplora questa volta, le dinamiche umane accese dalla ricerca a spesso contradditoria di una supposta integritĂ , sia essa fisica (ed in tal caso divverrebbe salvezza vitale), che morale o dell’animo.
L’organico questa volta, accoglie un poeta senegalese, Boucar Wade che con i sui scritti, arricchisce di un suo intimo senso, l’esplorazione del gruppo, permettendo al suono di una declamazione in lingua originale dei suoi versi, di trasportarci in luoghi, mondi e visioni che solo chi può averli vissuti, ha il potere di raccontare.
Come guardare le due facce di una stessa maschera; l’interno che sembra proteggerti o soffocarti e l’esterno, che sembra ammaliarti o difenderti. Un insieme che può soggiogare come rassicurare.
Facile cadere nelle convinzioni di massa, nei principi assoluti ormai svuotati del loro significato; difficile soffermarsi e lasciarsi attraversare da un’umanita comunue presente, che cerca un suo tempo, un suo spazio, un suo modo… una sua libertĂ ?

ORGANICO:

Voce recitante LAURA FORTUNA

Poeta narrante BOUCAR WADE

Percussioni e rumori MASSIMILIANO MURRU

Chitarra e Voce ANDREA ANDRILLO

Clarinetto improvvisato FRANCESCA ROMANA MOTZO

Massimiliano Murru

Inizia ad immergersi nel mondo della musica all’etĂ  di 12 anni studiando la batteria da autodidatta, continua questo percorso collaborando con vari gruppi di Cagliari fino agli anni ottanta.
Inizia a far parte di cover band reggae per concludere con un gruppo progressive rock chiamato Knut.
La sua continua ricerca e sperimentazione ritmica, lo portano ad esplorare il vasto mondo delle percussioni, privilegiando quelle etniche africane, sua grande passione ed ampliando nel corso degli anni, il suo set, con differenti strumenti del territorio sardo e non solo, come la trunfa o sulittu.
Negli anni novanta iniziano le collaborazioni con il teatro, abbandonando così i gruppi musicali. Continua il suo percorso di ricerca artistico – espressiva, aprendosi a collaborazioni con altri musicisti, poeti, attori, pittori, del sottobosco artistico cagliaritano.
Nel 2002 apre e gestisce a Cagliari il May Mask, uno spazio polivalente attraverso il quale attiva e consolida importanti scambi artistici con professionisti del territorio sardo e non solo, con uno sguardo più sensibile agli artisti visivi emergenti di quegli anni (pittori, scultori, fotografi), poiché continuamente interessato alle realtà creative e i movimenti culturali contemporanei.
Nel 2015 fonda l’Associazione May Mask con la quale si propone di sviluppare progetti artistico – culturali, che pongano in primo piano l’interazione tra i differenti linguaggi espressivi.

Francesca Romana Motzo

Musicista, diplomata in clarinetto, ha svolto la sua formazione classica tra Cagliari e Parigi. Diventa esperta di Musica Creativa, approfondendo lo stile improvvisativo sia come solista che in performance live e non, interessata da sempre all’unione dei vari linguaggi artistico-espressivi. Svolge un’intensa attivitĂ  di ricerca e sperimentazione in campo multimediale e collabora con diversi artisti del panorama sardo e non solo.
Come Musicoterapista, diplomata e specializzata nell’applicazione agli stati di incoscienza, svolge un’intensa ricerca sul coma acuto in ambito clinico-ospedaliero. Crea il Massaggio Sonoro Applicato, tecnica che supporta ed armonizza forti disagi dati da stress, patologie e traumi psico-fisici, applicabile a tutto il ciclo di vita dell’individuo, che divulga a livello nazionale ed internazionale. Sviluppa progetti dedicati al concepimento, gravidanza, fino al primo anno di vita del bambino, strutturando percorsi di supporto alla neogenitorialitĂ . Dal 2011 sviluppa sul territorio sardo, gli obiettivi di Nati per la Musica. Sempre nel 2011 crea Contattosonoro, con l’intento di consolidare e sviluppare il lavoro decennale sul Massaggio Sonoro Applicato e come spazio esperenziale sulla musicoterapia, con uno sguardo piĂą specifico, sull’applicazione al coma in ambito clinico-ospedaliero. Dal 2013 fa parte di Spaziomusica Area Didattica di Cagliari per la quale elabora e conduce numerosi progetti di ricerca e sperimentazione sulla didattica musicale contemporanea. Dal 2015 è partner del progetto della nuova gestione artistico-culturale dell’Exma – Exhibiting and Moving Arts.

Andrea Andrillo

è cantore e autore. Come solista è attivo da soli due anni, durante i quali si è esibito ripetutamente in giro per l’isola nei contesti più svariati, spesso in collaborazione con altri artisti – soprattutto pittori, poeti e scrittori in genere.
Ricordiamo soprattutto la poetessa Rossana Abis e il poeta Vincenzo Pisanu, del quale ha anche musicato diversi componimenti in sardo campidanese che diventeranno l’asse portante del suo prossimo disco.
Sotto altro nome, in un’altra vita, ha alle spalle anni di concerti e due dischi elettrici – uno su poesie del poeta e artista William Blake, mentre è appena uscito un suo EP da solista ed un video dal titolo “Deserti di sale”, quest’ultimo realizzato da Fabrizio Ara.
Grazie alla maturitĂ  acquisita nel tempo e ad una cifra stilistica coerente ed accattivante, nei suoi spettacoli osa mischiare con successo brani in italiano e in inglese – chiaramente facenti parte di progetti diversi – e di recente, in vista del suo nuovo progetto, anche in sardo campidanese.
Crede nell’arte come forma di comunicazione e di incontro fra le persone, in opposizione al grigiore omologato di opere sicuramente più “vendibili” e più semplici da spiegare, ma non per questo anche altrettanto godibili e dense di significati.

Laura Fortuna

Si forma alla Triennale Scuola per Attori del Riverrun Teatro di Cagliari, diretta da Fausto Siddi.
Continua la sua formazione teatrale partecipando a laboratori e stages condotti da Rino Sudano, Elio Turno Arthemalle, Carlo Quartucci, Franco Graziosi, Veronica Cruciani, Marco Cavicchioli, Serena Sinigaglia, Kevin Crawford e Guido de Monticelli.
Ha all’attivo numerose esperienze come attrice in collaborazione con il Riverrun Teatro, la Cooperativa Sirio, il Teatro Stabile di Sardegna, la compagnia Il Crogiuolo e partecipa a numerosi spettacoli per la regia di Rino Sudano, Fausto Siddi, Elio Turno Arthemalle, Monica Zuncheddu, Orlando Forioso e Rita Atzeri.
Collabora con Artisti Fuori Posto dal 2008 al 2014 prendendo parte ai vari progetti dell’associazione tra cui “C.S.I. Cagliari – la serie web” ed i Laboratori di dizione e di teatro proposti nel territorio sardo.
Attualmente sviluppa progetti autonomi che spaziano dall’espressione teatrale inserita in performance multimediali alla didattica, con corsi di dizione e lettura espressiva.

Boucar Wade

Boucar è cresciuto a Guédiawaye, un quartiere popolare alla periferia di Dakar. Un padre autista nella pubblica amministrazione, una madre venditrice ambulante di pesce. Una buona attitudine allo studio ricompensata dai genitori con l’iscrizione ad una scuola lontano dal suo quartiere, per trovare un’istruzione migliore e stare alla larga dalle cattive compagnie. Infine, un diploma di ragioneria e qualche possibilità di una carriera lavorativa in Senegal.
A ventitré anni, Boucar decide di mollare tutto e partire per raggiungere un amico. Con una destinazione precisa: Quartu Sant’Elena.
Boucar arriva così a Parigi in aereo. Da lì in treno, prima a Milano e poi a Genova; il traghetto per Porto Torres e ancora il treno fino a Cagliari. Infine l’autobus, la linea 31 del Ctm, per arrivare a destinazione.
Il tutto senza sapere una parola di italiano, lingua sentita per la prima volta a la Gare de Lyon, tra i passeggeri in attesa. Ed «era come sentir cantare gli uccelli sugli alberi». La solidarietà africana però ha mezzi potenti e vicino a tutti i luoghi di passaggio si trovano senegalesi pronti a fornire le indicazioni necessarie ai connazionali viaggiatori. Si arriva così a Quartu senza alcun intoppo. Da lì, l’avvio alla professione di vucumprà è poco più che una formalità.
Boucar ha cominciato a scrivere poesie ai tempi della scuola media, incoraggiato da un insegnante. Rigorosamente in francese, perché il wolof, sua lingua madre, è in Senegal ciò che è il sardo da noi.
Quindi Boucar arriva in Sardegna che già è poeta. Solo negli anni più recenti, però, avviene la rivelazione al pubblico. Mentre vende la sua mercanzia dalle parti di piazza Yenne, gli capita di conoscere un cagliaritano stampacino, editore di testi di medicina, che lo convince a mettere insieme un po’ di poesie per tirarne fuori una raccolta. Il manoscritto viene tradotto in italiano e pubblicato nel 2010, in versione bilingue, attraverso un sito Internet di print on demand, con il doppio titolo “Yeux Ouverts / Occhi Aperti”.
Poi viene un’altra conoscenza fortuita: nei parcheggi di un centro commerciale di Quartu, Boucar propone il suo libro insieme alla solita paccottiglia. Lo acquista un amante della poesia che, con un gruppo di amici, si riunisce una volta alla settimana per leggere e commentare insieme versi propri e altrui. E’ l’inizio di un passaparola che porta alla prima presentazione del volume, organizzata sul litorale. Seguono altre presentazioni e l’ingresso in pompa magna negli ambienti culturali del capoluogo, dove ormai è conosciuto e apprezzato da tutti.

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